Il 900 stato un secolo dei nervi e il secolo della tensione
biologica, erotica, nervosa, psichica. Il corpo che diventa più veloce della
coscienza. Il corpo è collettivo, è già una folla. Ma il corpo entra in una
presenza fisica, replicata in immagini inedita prima. Se Cartesio aveva
inaugurato nell'epoca moderna con “cogito ergo sum” il 900 prima di Lacan,
prova a ribaltarlo, parte dalla vitalità di una società che oscillava tra
decadenza ed estetismo, tra merce e sessualità, ma anche senso della mutazione inquietante
(vedi (D’Annunzio, la Belle Epoque, il Simbolismo ecc).
Il ribaltamento parte del Sum: un essere già gettato in questo mondo, da qui parte la facoltà del pensiero. Freud indaga lo stesso percorso. Nel corpo, sono. Quindi penso. L corpo pensa addirittura prima del pensiero, con modalità inedite, un linguaggio dentro il linguaggio ufficiale. E poi il corpo Pensa la mia attività di energia psichica che risente del desiderio, produce fisicamente materiale immaginario. Il mio cinema proietta un film di cui poi dopo soltanto saprò la storia.
Il ribaltamento parte del Sum: un essere già gettato in questo mondo, da qui parte la facoltà del pensiero. Freud indaga lo stesso percorso. Nel corpo, sono. Quindi penso. L corpo pensa addirittura prima del pensiero, con modalità inedite, un linguaggio dentro il linguaggio ufficiale. E poi il corpo Pensa la mia attività di energia psichica che risente del desiderio, produce fisicamente materiale immaginario. Il mio cinema proietta un film di cui poi dopo soltanto saprò la storia.
L’inizio del 900 è un’esplosione, una sorta di accelerazione
biologica corporale, fisiologica, sensuale, erotica nel più pieno senso della
parola. Anche la violenza della folla è così. Del lavoro meccanizzato. Sono i
Tempi moderni, di Charlot. Siamo materia.
LA materialità è un
altro elemento, un materialismo per certi aspetti anche commerciale quindi
anche un materialismo feticistico, materialismo della libertà del corpo. Così
il corpo del colore e della materia plastica delle statue cerca la sua libertà dinamica.
Nuovo habeas corpus, è il corpo in marcia che spinge la
potenza stessa dell’acciaio, lavoro, guerra, rivoluzione. Il materialismo della
biologia e del desiderio di appagamento della biologia, la tecnologia, la
tecnica anche della pittura stessa e del linguaggio che paiono staccarsi
completamente da ogni riferimento. Il movimento fabbrica sé stesso, le
fabbriche produrranno l’acciaio del nuovo movimento, che era già nel corpo,
nell’accelerazione psichica che il secolo aveva inaugurato. Queste sono le “Forme uniche nella continuità dello spazio”
che Boccioni crea, congela in bronzo, una logica del tempo che si materializza,
istantanee tutte agglomerate, la potenza della forma è la dinamiche del
movimento che occupazione di uno spazio e di un tempo. Chi vive intensamente il
secolo, vive per questo: essere qui, essere è tempo, qui è spazio.
Questa è la radicalità di Boccioni, e la cosa straordinaria
è che questa accelerazione psichica sia avventura in pochissimo tempo, interiormente.
Quello che c’è di bello da rimeditare nella mostra di Boccioni è questo
percorso dell’anima, della psiche. Immaginarne la potenza – come fecero Braque
e Picasso, pochi anni prima, ma che stavano nella più evoluta Parigi. E tra l’altro,
lì vennero raggiunti di gran carriera, da Marinetti che nel 1909 mentre Braque
e Picasso di rubavano le idee (il secondo al primo) in una tensione umana
fortissima. Con Marinetti anche Carrà e Boccioni, e Umberto con la sua “divina
gaiezza”, ricettore straordinario, segue a ruota Pablo nel dar vita ad una trasformazione
della figura, del linguaggio stesso della pittura superando anche il divisionismo:
è il movimento, questa urgenza, questa rabbia, forse, rabbia biologica, che
genera la figura non è la rappresentazione di una figura in movimento. Qui sta il
rovesciamento di posizione – che noi oggi sappiamo leggere e vedere, ormai come
un dato classico, ma pensate ESSERE questi corpi accelerati di instabilità
psichica, vivere questa urgenza di un secolo che nasceva come una carica di
cavalleria o una folla inferocita. Il 900 è un infanzia della storia più
tremenda di qualsiasi mostro divino.
quella tensione così forte, di accelerazione della storia dell'arte e della propria storia personale, di questa "infanzia" che sbocca in un delirium di scomposizione è testimonianza - anche psicologica, tra adorazione e timore di questa Mutter mediterranea e troneggiante..una testimonianza quasi edipica (vedi sotto**) - nelle foto, nei bozzetti e poi nel grande quadro "Materia" (Mater, Materia) in cui è dipinta la madre e nella sequenza di lavori c'è questa trasformazione
in questa sequenza, non solo un 'accelarazione della storia dell'arte tra 800 e 900 in un solo anno, tra la foto della madre che fa la maglia e il dipinto "materia" ma anche tutta la "geografia del corpo materno" di cui parla Melanie Klein, la scomposizione e la ricomposizione dell'ordine del discorso simbolico, in relazione al corpo del bambino e quello della madre......
La dissipazione continua attraverso il movimento attraverso
la tecnologia attraverso le macchine come primo risultato dell'epoca del XX secolo appena lanciato, quando
appunto tutto questo era ancora molto materiale, Boccioni lo intercetta, lui che viene da un mondo rurale, lontano, la Calabria della fine del 800..porta in sé un
cuore antico nero arcaico poi approda a Milano e in questa città incontra
innanzitutto l'arte tutta la storia dell'arte di qui c'è la testimonianza nella
mostra di Milano ni disegni preparatori documenti che l' attestano.
La città che sale: 1910 1911 è una Milano e un’Europa che si
prepara ad anni rivoluzionari: la guerra e poi la rivoluzione d’ottobre,
costruire, demolire. Lo spazio è il teatro di una dinamica del tempo che è
anche un movimento di caduta e di innalzamento. La prima guerra mondiale che stava per
scoppiare sarebbe stata una guerra cubista, come la definì Gertrude Stein,
perché gli uomini per mimetizzarsi usarono proprio tecniche di scomposizione
della figura messe in atto dai cubisti pochi anni prima. Oltre che una
macellazione frantumazione, urlo, gettarsi in avanti, con caratteristiche anche
futuriste.
Per Boccioni l’arte
in quegli anni, prima di partire lui stesso soldato (e morire, nel 1916, ma non in azioni di guerra, ma in esercitazione) diventa una sorta di
battaglia continua di corpi naturali o di ferro, di cemento, bronzo, in ogni
caso “erotica”, un arte che cerca di (ri) produrre una comunicazione fluida
un'irruzione continua dell'arte stessa nel tempo, ma a dire di noi stessi nella
Storia.
Erano anche gli anni
del cinema è quindi l'immagine doveva opporsi questo problema di essere
concorrente con l'immagine resa dinamica. Oggi è tutto normale per noi ma
quelli erano anni in cui l'arte è sentita molto di più, la riproducibilità
dell'immagine prima che dell'opera d'arte ma anche la riproducibilità
dell'opera d'arte medesima erano la pressione che l’arte sentiva.
Poi c’erano le superfici
cioè gli oggetti e anche l'immagine degli oggetti, cominciava esserci la
pubblicità (Boccioni lavorò molto per la pubblicità) per esempio pubblicità
significava anche cominciare ad evocare gli “loghi “comincerà ad evocare i
simulacri cominciate dire ad identificare l'immagine della dell'oggetto più che
l'oggetto medesimo. Sono le superfici gli elementi in cui tutto viene a scorrere,
un desiderio di immediato impatto e fruizione, fisica, erotica, psichica,
Emozionale. Erano contro il romanticismo, ma ne erano lo specchio
marionettistico.
Boccioni e i futuristi,
forse più di altri per la loro connessione al populismo fascista che stava
nascendo, fu un movimento che intercetto quello della psicologia delle masse
che aveva intorno, più di altri.
L’arte futurista desidera essere agganciata al proprio tempo,
significa appunto sottrarla al monopolio dello sguardo puro, del artista o del
singolo fruitore, ma cerca di interpretarne una sorta di fruizione accelerata
di tante immagini. Come allora il cinema, oggi l’erede del Futurismo è Instagram.
Boccioni sperava di
fondare Instagram, cercherà di farlo attraverso quella che è l'accumulazione
continua della dinamicità anche delle immagini appercepite in un solo luogo, ma
come fosse uno scroll temporale velocissimo.
. E al tempo stesso vuole cancellare proprio nel fondare
Instagram, quel che è oggi per noi, buttate a mare il chiaro di luna e i
ricordi, buttate a mare ogni possibilità di “album dei ricordi” dell’amore,
cancellate ogni memoria, siate la superficie della vostra memoria RAM, non l'hard
disk questa la divisione netta che farà Boccioni, senza nostalgia. L'idea di
superficie basta a sé stessa, cioè senza essere nemmeno profondi superficialmente
si deve produrre energia: Boccioni realizzerà quel dipinto che si chiama “rissa
in galleria “del 1910 è che proprio è già nel tema rende evidente il concetto
che dominerà per tutto il novecento cioè la conflittualità e la prima
rivoluzione, la rissa – ancora oggi, le gang rap – allora furono la piccola
prova in cortile di guerra e rivoluzione.
Velocità simultaneità
dinamismo sconfinamento contaminazione tra linguaggi sono quella produzione di
significato che ancora noi oggi utilizziamo ovvero scattare continuamente foto
metterle dentro un flusso continuo dinamico collettivo,che è Instagram, twitter, facebook...
che crea immaginario da
questa sorta di punti il futurismo è il continuum spaziotemporale delle immagini,
come certi collage, dome le miriadi di foto che foto che ci sollecitano continuamente.
Quel che creano però non è una “Visione” non una rappresentazione unica del
mondo, ma è semmai proprio uno sciame condannato ad una perenne instabilità e
coesione al tempo stesso, una collettività in continua liquida comunicazione, o
gassosa, o come uno stormo o sciame un'aggregazione che peraltro aspetto
potrebbe sembrare anarchica, ma non lo è, invece danza. La sua forma è dinamismo
temporale dello spazio. Una sorta di
rivoluzione permanente della immagine nel tempo con flusso del tempo. Con
BOCCIONI il futurismo inaugura la fine dell’arte e la sua sparizione situata
priori dentro la proliferazione artistica e creativa di milioni di “gram” istantanei,
pseudo artistici e creativi - - tutto sparisce sempre più in fretta nel
retrovisore della memoria o nel niente del cervello- memoria ram di una
coscienza che considera la durata delle cose soli quella del loro accadere.
Tutto accade, anche dio. Il suo, non un Avvento, ma un Evento.