sabato 9 novembre 2019

teatro LA VALLE DELL'EDEN, di John Steinbeck, regia Antonilo Latella, Arena del Sole Bologna


Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; [4]anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, [5]ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. [6]Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? [7]Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo». (Genesi, libro 4)

La valle dell’Eden di John Steinbeick è un romanzo che ingaggia un corpo a corpo con la Bibbia. A partire dal titolo, perché “la terra a est dell’Eden è il Luogo in cui viene esiliato Caino. (East of Eden era il titolo originale del romanzo dello scrittore premio Nobel).
Antonio Latella ha fatto di questo spettacolo due cose fondamentalmente: una resa dei conti con il Maschile e una sorta di sfida interna all’idea stessa di teatro e spettacolo.
È una scelta coraggiosa e alta, di uno spettacolo bello d’una bellezza severa e simbolica, come di fronte a certe opere di Fontana, Rotchko, o forse meglio Louise Bourgeois, per quella forza enigmatica e intima della sua materialità.

Nella storia narrata in La valle dell’Eden, tra I tanti richiami il più evidente è subito il dualismo “Caino e Abele” che si rivive in Charles e Adam, due fratelli divisi da un padre adorato, temuto per il secondo, dittatore e ingannatore per il primo.
LA prima parte, anche dello spettacolo, si concentra sul percorso di vita di Adam Trask, costretto dal padre alla vita militare, in lotta col fratello Charles più forte che sta dal padre del padre Cyrus che ha però lasciato ai due una cospicua somma di denaro, morendo.
Adam decide di rompere con il luogo delle origini (un Eden che non era tale) e va a est, nella valle di Salinas, a cercare il SUO Eden, in California, con la moglie,  L’ambigua e dominante, unica donna in questa tragedia maschile tragedia, Cathy, da cui avrà due figli che poi Adam, abbandonato da Cathy, crescerà con l’aiuto di due amici,  il cuoco cinese Lee e Samuel Hamilton che danno vita in questa prima parte dello spettacolo a un dialogo sull’esistenza, sulla natura, sull’umanità che va verso la conclusione della prima parte, fermata al momento della nascita dei due gemelli di Adam (nonno di Steinbeck) – questa seconda parte con al centro la vicenda dei figli Caleb e Aaron è più o meno quella raccontata nel film di Kazan con James Dean.)

Lo spettacolo è davvero bello, vi costringerà ad una tensione bifronte che poi si farà tutt’uno. Da un alto la parola  L’adattamento della drammaturga Linda Dalisi, costruito insieme a regista Antonio Latella, per cui emerge la volontà di lasciare spazio materico e scenico alla parola letteraria, drammatizzata certo ma in evidenza anche con una figura (significativamente femminile e che resta in scena a fare la maglia – del Narratore-Steinbeck (scena scarna, pochi oggetti un tavolo e delle sedie e soprattutto una parete (la quarta parete) che si cala fino lasciar intravedere solo le gambe e molte scene sono recitate addirittura dietro questo ingombro di una scena orizzontale come un quadro di Hopper, un occlusione che spinge lo spettatore alla sottrazione all’ovvia (andiamo a teatro)  ma non necessaria  spettacolarizzazione (compito dell’arte è mettere in discussione I luoghi comuni o anche certi postulati, dati, ma non universali. La messa in discussione dell’impianto del linguaggio e della metafisica nel 900 continua)

La parola letteraria (nelle intenzioni dichiarata te da Latella nelle sue note) deve essere restituita il più possibile come tale. Dall’altro lato, sul palco però il regista (che con coraggio fa un passo di lato rispetto alla  “spettacolare” e in senso buono riuscita del suo magnifico penultimo spettacolo, “Pinocchio”) scegliendo una soluzione scenografica che oltre alle cose già dette aggiunge una serie di soluzioni semplici e al tempo stesso fortissime sul piano simbolico, con l’uso di materiali primari – legno, pietra -  con alcuni scarti quasi onirici, come il vassoio che scorre in orizzontale ma tenuto da dietro il grande ingombro del sipario di legno che occupa la scena per metà spettacolo ecc.) così da restituire anche a fronte di una linearità della parola, un vertice allegorico, una disseminazione di simboli che richiamano un certo dialogo, come suggerivamo sopra,  con l’arte (povera) contemporanea (altro nome che mi viene in mente Penone, Kounellis).

Visto in scena emerge ancora di più come sia una resa dei conti col maschile. Lo è anche nella forza interpretativa, nei gesti improvvisamente violenti, scoppi di rabbia, sensualità, ma anche impotenza.
Una resa dei conti con un Dio/Padre creatore, che però ha generato la imperfezione che è l’uomo, e che nel romanzo sono i figli C. e A. – biblicamente: non solo Adamo e Eva, la nostra storia di dannazione umana, di caduta, viene soprattutto da Caino e Abele, I veri primi uomini (tra I quali si scatenerà una violenza per una scelta di rifiuto da parte del padre di accettare il dono di Caino. La sua offerta però non era un dono, ma una richiesta di restituzione: io ti dono, ma tu devi amarmi. Non era un dono incondizionato, per questo Dio lo rifiuta. Da qui nasce la violenza, da questo rancore di mancato riconoscimento, e l’assassinio, che è il vero elemento del male umano (diverso dalla seduzione del proibito di Eva con la mela, che con Adamo erano emanazione di creazione divina, mentre Caino e Abele sono partoriti, generati da Eva che con Adamo dopo la cacciata è solo “umana”)

 Il male dell’uomo inizia dunque con Caino, la sconfitta dell’umanità è all’origine dell’umanità stessa, la violenza (fratricida) è il suo atto fondativo. Lo è naturalmente anche la generazione materna.
E non a caso questo elemento enigmatico è stato il grande potere del femminile che l’uomo ha cercato in tutti I modi di ingabbiare.
 Latella mette in evidenza da un lato questo elemento agonico del maschile. L’accoppiamento robotico e rabbioso. Steinbeck fa di Cathy la donna che seduce e fugge, ha potere, ma subisce la violenza maschile.

Al tempo stesso in questo deserto spoglio come la scena, nella riduzione di Latella, in questa valle californiana, che non è così generosa e fertile come sembra, così come era petrosa e dura la terra dell’Est in cui sono cresciuti Adam e Charles, e in cui si muovono i protagonisti di questo secondo memento del romanzo, la sola possibilità di bilanciare questa potenza della creazione sia paterna che del femminile di Cathy, ai maschi inaccessibile, è con la Parola.

Del resto, la parola svolge nel racconto biblico una doppia funzione: dio disse, e fu la luce. E il Verbo era all’inizio di tutto, origine e motore di creazione del mondo. La parola però fu anche ciò che Dio diede all’uomo per nominare le cose (al Maschio ancora una volta). Il maschio figlio, poi cacciato e uomo, nomina, ma non genera. Sta nella sua imperfezione, e attraverso la parola sente la sua impotenza. Per questo, nel nome del padre, ma di fatto tradendolo, fonda la legge e l’atto di violenza che la garantisce – la condizione della punizione è la base stessa della istituzione della legge.
Adamo ancora in grazia di Dio nomina. Il poeta nomina. Tutti gli altri devono venire a patto con la legge.

l’uomo non riesce a creare come il Padre (Charles e Adam sono frustrati per come il padre sia riuscito a ingannare tutti con il suo eloquio) ma al tempo stesso la Parola riempie il vuoto di questa sconfitta e condanna che è l’esilio di Adam. Adam che si prepara a vivere la nuova frustrazione, con l’abbandono di Cathy, che lascia I due gemelli. Ma sulla scena c’è una coppia di uomini, di maschi, che daranno vita a una famiglia di fatto, e allargata: Lee e Sam – il cui tratto di tolleranza, apertura, ironia e sapere – tutte virtù della Parola – danno speranza di redenzione al maschile. Ma questa è la soglia della seconda arte che vedrò nei prossimi giorni.

2 commenti:

  1. Ciao, mi chiamo la signora Claudia Javier non posso nascondere questa grande testimonianza che ha luogo nella mia vita amerò tutti per sapere che è per questo che continuerò sempre a condividere la mia testimonianza a tutti su come questo grande potente incantatore chiamato Dr Odiboh , aiutami a riportare mio marito che mi ha lasciato sette mesi fa per un'altra ragazza e aiutami anche a rimanere incinta per lui, è stata una grande sorpresa per me perché non credo mai che lo riprenderò e rimarrai incinta, perché siamo sposati da più di cinque anni ma non abbiamo potuto avere un figlio più tardi mio marito ha iniziato a tradirmi e mi ha lasciato per un'altra ragazza, mi si spezza il cuore ero confuso e non sapevo più cosa fare, ogni giorno piangi e piangi cerco di fare del mio meglio per riaverlo indietro ma non sono riuscito a contattare qualche incantatore ma non sono riuscito a risolvere il mio problema fino a quando un mio amico non mi ha presentato questo potente potente incantatore l'ho contattato tramite (odibohsolutionhome@gmail.com) gli ho detto tutto il mio problema ha detto che mi aiutiamo ma è stata una grande sorpresa per me mio marito che mi ha lasciato da quando sette mesi fa è tornato da me dicendo che avrei dovuto perdonarlo e che sono riuscita a rimanere incinta per lui è stato proprio come un sogno per me era solo il lavoro manuale di questo potente incantatore. Consiglio se hai qualsiasi tipo di problema o difficoltà che ti disturba nella vita è solo per te contattare questo potente incantatore che può aiutarti a risolvere il tuo problema, perché mi ha salvato. Questo è il suo numero whatsapp +2347048883838

    RispondiElimina
  2. Sono stato sposato per 7 anni. Il mio matrimonio si è deteriorato per un po 'di tempo, quindi era destinato a sciogliersi. Ero la sua moglie leale, fedele, solidale e fiduciosa. Aveva un altro lato selvaggio che è andato fuori controllo. L'ultimo incidente è stato quando ho scoperto che aveva una relazione 2 settimane prima del nostro 14 ° anniversario di matrimonio. Di punto in bianco mio marito ha appena lanciato il discorso sul divorzio su di me. Ero così ferita ed essendo una donna indipendente, pensavo di poter sopportare l'essere single. Era così difficile andare avanti, quindi ho dovuto chiedere aiuto. Il nostro terapista matrimoniale pensava che "qualcosa" non andasse bene in mio marito. Sono andato online e ho scoperto il dottor Adeleke e le sue buone recensioni sul lavoro di incantesimo. L'ho contattato per un lavoro di incantesimo d'amore e ho fatto tutto ciò che il dottor Adeleke mi ha ordinato di fare, 2 giorni dopo la mattina intorno alle 09:34, sono rimasto totalmente scioccato da come mio marito mi ha chiamato dicendomi quanto gli mancavo. Il suo incantesimo ha funzionato su di me così velocemente e mio marito è stato così amorevole, naturale e sto avendo un matrimonio felice dopo aver usato il suo incantesimo d'amore. Se sei in un matrimonio senza amore e infelice che non può essere salvato, credimi ... C'è luce alla fine di questo tunnel. La dottoressa Adeleke può anche lanciare incantesimi di morte, risolvere casi giudiziari, riportare indietro la tua partner omosessuale e riportare indietro la tua partner lesbica. Puoi raggiungerlo sul suo Tel / Whatsapp +27740386124

    RispondiElimina

"Ho paura torero" di Pedro Lemebel (MArcos y Marcos) Variazioni "Camp" nella militanza politica

 Ho letto ”Ho paura torero”, romanzo del 2001 di Pedro Lemebel (tradotto nel 2011 da Giuseppe Mainolfi e edito da Marcos y Marcos) per curio...