Guardando la mostra a Palazzo Strozzi a Firenze, con i
quadri di Beato Angelico ho avuto una strana sensazione, più intuitiva che
critica. Del resto non so quasi nulla di concreto del frate-pittore, se non le
poche cose che si sanno andando per musei.
Avevo l'impressione però che fossimo
tutti appartenenti a un altro mondo, noi spettatori, osservatori, visitatori
della mostra. Non c'entra soltanto il fatto che fosse affollata, dentro un palazzo
Strozzi che è inadeguato per mostre di
questo genere - si accumulano quadri
troppo vicini, in stanze piccole, ci si
ostina a volerle fare in sedi non adeguate, del resto abbiamo dei musei che
sono essi stessi “da museo” (e non abbiamo i Pinault, che restaurano acquistano
ex-edifici pubblici per farci sedi di mostre – noi abbiamo le Poste le abbaimo
vendute a Starbucks – stessa inadeguatezza per la mostra di Caravaggio a palazzo
Barberini)
Ma al di là di questo, al di là dell’overbooking e overtourism, al di là del
fatto eravamo tutti da “aldilà” (l’80% over 60, di cui quasi tutti intorno agli
80 anni, i pochi al di sotto dei 60 e anche lì maturi, max quarantenni) ) ma anche per questo perché la sensazione della
vecchiaia dava l’idea che fossimo tutti una post- umanità di transizione, gente
che slittava tra la vita e la morte. E non era soltanto perché per arrivarci
bisognava attraversare quel chilometro da Santa Maria Novella dove Firenze non
c'è più, ormai è completamente avvolta da una nube tossica di umani affollati,
ho incontrato una comitiva di americani, forse venivano dalle crociere. Ma non
esagero, saranno Stati 1000, 1000 in una sola colonna con le guide tutti
compatti come una manifestazione, di americani, appunto, che già da soli la
gran parte di loro occupava ognuno lo spazio di due persone. E di fronte alle
eteree figure di Beato Angelico..
Ma non era soltanto questo, e forse era anche questo, la sensazione era che noi
fossimo una umanità post storica. Non solo di un'altra epoca rispetto a Beato Angelico,
al 400 fiorentino, che è evidente, ma non più in grado di poterne apprezzare la
bellezza. Ma lo dico per primo, non perché mi senta snob verso gli altri. C’era
anche qualche simpatico professore che spiegava alle teste bianche intono a lui
ui tanti significati stratificati, si si possono sapere , ma non si possono più
introiettare e intuire come ancora nostri.
Il ceto medio riflessivo, che diciamo “sopravvive” in tutti i sensi. Si attacca
alla vita. Ma non è per questo, lo direi se anche alla mostra fossi stato da
solo, anche se vicino a me ci fosse stato di Didi-Hubermann, a spiegarmi Beato Angelico,
perché una volta spiegato mi sarebbe stato impossibile capire. E penso riguardi
tutti, Lo capivi da come interagivano, come se fosse una mostra qualsiasi (ho
scoperto che gli anziani con i cellulari che fanno foto a manetta, sono molto più molesti dei quindicenni) Ci è
impossibile entrare in sintonia con un'umanità come quella del Beato Angelico,
un sapere, una concezione della materia pittorica. Fino all'altro ieri abbiamo
pensato, sperato, ci siamo illusi di avere le radici in quell'oro, in quel
rosa, in quei colori. E in quella posa di luce che veniva da un altro mondo, in
senso anche planetario, è come se venisse veramente da un altro pianeta. Ho
avuto la sensazione di fronte ai quadri di Beato Angelico e di essere io l'alieno
che apre il Voyager e dentro ci trova il disegno di Leonardo da Vinci. Come se
mi trovassi di fronte da Alieno a un codice di alieni, distanze irrevocabile ormai, in cui non
possiamo neanche illuderci di aver visto il nostro grande passato. Peggio
ancora se ci illudiamo di aver visto in mostra il nostro grande passato “europeo”.
Proprio il fatto di vederlo tutti assieme, questa specie di RSA dell'anima in
gita culturale, morente. Mi ha dato proprio quella sensazione. Definitiva
finitudine della nostra cultura. Che ammutolisce, certo di fronte a tanta
bellezza. Ma ammutolisce perché non ha più i codici per poter capire intimamente
quella stessa bellezza. Non perché inesperta o ignorante. Perché ormai siamo un
altro pianeta. E’ una questione che ha anche fare con la metafisica più che con
l’overtourism, anche se il secondo dipende dalla fine della prima.
martedì 30 dicembre 2025
TROPPO ANGELICO ORMAI PER LA NOSTRA POST UMANITA' (Firzenze, Palazzo Strozzi, Mostra "Beato Angelico")
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TROPPO ANGELICO ORMAI PER LA NOSTRA POST UMANITA' (Firzenze, Palazzo Strozzi, Mostra "Beato Angelico")
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