Ho finito il libro di Antonio Scurati “ M” . Lo chiamo
libro, è un romanzo – la dicitura a finaco del titolo non è casuale, un
allerta a non scambiarlo per altro – e certamente è una narrazione
romanzesca, se questo può attenere dicerto al ritmo, all’organizzazione del
materiale, ai dialoghi, ecc. Certamente però questo flusso romanzesco poggia su
un tale tappeto a tramatura fitta di fatti e documenti storici, che la
definizione di romanzo pure è sufficiente, ma non esaustiva..
“M” è il racconto di un attraversamento di un'epoca
storica , tra il 1918 e il 1924, seguendo il suo protagonista principale,
Benito Mussolini. Qua e là lo scrittore azzarda e gli dà voce in prima persona.
Devo dire creando un effetto notevole. Anche perché la voce di Mussolini
è presente, al di là della prima persona narrante, perché spesso anche
nei dialoghi, Scurati usa materiale documentario tratto da diari, lettere e
altri testi, metodo adottato anche per altri personaggi – e supplire,
anche l’integrazione psicologica del narratore. Creando così un originale
dispositivo narrativo della Storia e restituendone anche nell’incalzare del suo
ritomo, quello spirito che certo ha avuto, un tracimare giovane, rabbioso,
a tambur battente di anime maschili feroci e smarrite, nella modernità,
anime italiane, che a differenza d’altri,, avevano un tessuto di azione prima
che di linguaggio, massa biopolitica inerte di un passaggio verso la cittadinanza
di nazione che l’Italia non aveva. E che Mussolini si inventò, stregandoli,
incantandoli, essendo egli stesso fatto della stessa pasta.
Dalla fine della Guerra, dalal vittoria mutilata di questa
massa di reduci aggravata nella psiche e nel corpo, spesso mutilati feriti
piombati in un paese slabbrato e ostile, i maschi della rivoluzione fascista
saranno contagiosi e approderanno in sei anni ad un regime nazionalista, da una
classe direigente vecchia e bolsa, benché nobile , ad un 39 enne grezzo a cui puzzavano
i piedi che diventa presidente del consiglio, e che poi da Capo Supremo, farà
del fisico e della forma fisica – più sessuale che ginnica - fece
il suo mito.
Di questa tensione corporea c’è traccia nel corpo delal
scrittura. Non chiedetemi come, qui, sarebbe troppo complicato. E dunque?
libro, narrazione, romanzo? Di sicuro bello, molto bello da
leggere. Nonostante qualche aggiusamento l’avrei fatto, poi ci torno.
.
Ne ho apprezzato la capacità di farci attraversare a
cavallo, rasoterra la Storia, anziché fare come fanno gli storici -
è la celebre frase di Roland Barthes , che dice: gli storici attraversano le
epoche come sorvolandole da una mongolfiera, il romanziere invece le attraversa
a cavallo… Dal basso ci mostra anche una possibilità di rileggerla questa
storia di inquadrarla da un diverso punto di vista. Il fatto di adottare qui un
punto di vista di Mussolini ne fa un ‘operazione non solo originale nel metodo,
ma anche coraggiosa nell’oggetto. Mussolini è indigesto, benché il fascismo
abbia avuto notevoli radiografie storiografiche, con grandi storici che lo
hanno analizzato.
Qui il romanziere tenta di fare quello che fa di
solito, ma non “creando” un personaggio, invece “disponendo” il materiale
dei documenti in modo tale da svelarci “che personaggio era” Mussolini, anche
se era una persona, con la sua complessità qui sviscerata.
Il Mussolini che ne viene fuori – ma ripeto più che dai
documenti che non dalla minima manipolazione letteraria di Scurati è un
Mussolini “Furioso”. Furbo, ma non colto, un tattico, ma soprattuto rapido,
anticipatore, ardito, come Arditi erano gli eroi della Prima Guerra la cui
ideologia sta alla base del fascismo..
LA scrittura si fa anche corale si alalrga a diversi
personaggi, a ras, politici, anche dell’opposizione come Turati e sempre più
Matteotti che è non a caso all’opposto: rigoroso,ossessionato dalla verità,
fedele alal moglie Velia, ma del tutto assente sessualmente, opposto ad un
Mussolini che è un campagnolo con moglie ottusa, ma è scopatore indefesso,
conquistatore, poligamo e progenitore. C’è quell’energia intraducibile in
argomentazioni per gli storici, a mettere in movimento l’Italia. Sarà una danza
infernale, mentre all’opposizione una borghesia troppo avanti per l’Italia
vitale e rozza, se ne stava come il suo poetamaggiore tra la “razza di ci
rimane a terra” e possono essere proprio le parole di Montale a descrivere
questo stato d’animo di Matteotti, delicato e fragile : anche per il leader dei
socialisti la “speranza che bruciò più lenta/di un duro ceppo nel
focolare” diventa una cenere luttuosa e potrebbero essere parole che Srcrive
Giacomo, come anche di un altro fragile e inadatto a combattere il priapo Mussolini,
di Piero Gobetti, l’editore di Montale, quelle che scrive Eugenio: di quelal
cenere delal speranza, “Conservane la cipria nello specchietto/quando
spenta ogni lampada/ la sardana si farà infernale/ e un ombroso Lucifero/
scenderà”. Mussolini è ombroso, ma lucente e mediterraneo e fa tabula rasa di
questi inetti malaticci oppositori, scatena la danza. In fondo vuole ordine ma
un ordine che cavalca il dionisiaco,che sfruto il disordine e la violenza, la brutalità di una società non sviluppata come quella italiana-
E’ una mia interpretazione di “M” sia ben chiaro. IN ogni
caso, lavoro meritorio averci dato questo lungo flusso di 6 anni importanti
della nostra Storia. Capire cosa siano stati i caratteri del Fascismo
legati ai caratteri degli italiani, con Mussolini per primo italianissimo
e tutti gli altri intorno. Perché il romanzo è bello anche perché è Corale,
come dicevamo, e per tutti lo stesso metodo d’archivio.
Qu c’è un punto spinoso: c’è stato di recente un articolo di
Galli della Loggia, ce è uno storico e che ha evidenziato alcuni errori. Ci
sono (La proletaria s’è mossa attribuita a lCarducci e altre cose) ma che
probabilmente sono più di distrazione e di un editing fatto ormai con mezzi non
ppiù ricchi delle case editrici anche le più nobili - – ma non devo fare la
difesa di Scurati cerco solo di capire una persona che si legge migliaia
di libri, scrive come un treno forse il doppio delle pagine, poi le deve
tagliare ec ecc-..cercando di tenere un ritmo, di tenree le voci, di tenere in
mente tuti i dettagli. E poi la cosa più difficile, capire l'anima
profonda del Fascismo che potrebbe attraversare qualsiasi persona umana E
soprattutto qualsiasi persona che fa parte di questa comunità chiamata
“Italia” che conserva alcune sue caratteristiche di lungo corso si nota
nella prosa epica, altisonante si nota perché nel romanzo sicuramente
Scurati ha riutilizzato magari nei dialoghi frammenti di frasi o pronunciamenti
che erano contenuti in diari e lettere.
Mi sembra la cosa più bella , la trovata migliore del
romanzo fa sì che le azioni storiche poi siano anche materia viva psicologica,
attinte però a testi iscritti quindi documenti. Si capisce e si vede che la
massa di documenti attraversati è stata enorme.
Io direi che Galli della Loggia - oltre al favore a una
qualche sua amica con precedenti nella medesima casa editrice ( Ma questi sono
solo gossip e pettegolezzi) - abbia fatto proprio un errore clamoroso nei
confronti del suo stesso mestiere di storico.
Recentemente si è parlato molto della richiesta di
abolizione del tema di storia alla maturità della riduzione delle ore di storia
nella scuola probabilmente Galli della Loggia dall'alto del suo grande albero
di emerito professore universitario storico editorialista del Corriere della
Sera non leggerà mai questa mia vocina nel Sottobosco.
Spero che in qualche modo magari mediata gli arrivi e gli
faccia comunque faccia capire che il grande albero su cui è appoggiato
sopra è grande, ma sotto e roso, è rimasto come scavato come rosicchiato
dai castori, è rimasto un filetto che lo tiene in piedi.
E tra un po' Questa stessa materia (La Storia, il fascismo)
saranno dimenticati.
A mei Scurati che racconta la materia ricorda il
lavoro che in Spagna stanno facendo Cercas, Aramburo, Grandes, ecc E questi
libri che fanno entrare nella storia da un altro lato, sono libri su cui nel
futuro si potrebbe poggiare una rinnvata passione per la storia.
E allora consiglierei a lui e quelli come lui di invece che
fare i “Maestrini con la penna rossa” dall'alto del loro albero
rosichciato e del loro privilegio e del loro stipendio da professore
universitario, se ci tengono non allo stipendio né agli editoriali del
Corriere della Sera, Ma se ci tengono alla storia e al fatto che la conoscenza
della storia continui e diventi qualcosa di vivo anche nella mente di persone
che non la frequentano, bé dovrebbero guardare con occhio diverso a
questo tipo di libri alla grande sostanza che è non agli sprsi errori.
Galli della Loggia come storico dovrebbe dire grazie
anche a un libro,anche se con qualche imperfezione, come quello di
Antonio Scurati che restituisce bene quel periodo storico e fa rimanere
vivissima la sostanza umana dietro gli eventi..
è quasi impressionante soprattutto nei primi capitoli e
negli ultimi capitoli la capacità di illuminare certe dinamiche della politica
italiana e della storia italiana che si sono ripetute e che forse si Stanno
ripetendo ancora adesso.
Antonio scurati ha detto per primo di non aver affatto
pensato a fare un libro, come dire, allegorico-storico allegorico del nostro
presente. Lo ha cominciato 5 anni fa certe cose non le poteva ancora prevedere
ma si stanno sorprendentemente rivelando e soprattutto ci aiuta a capire
appunto le dinamiche più che le somiglianze, non ci aiuta a dire che stiamo
entrando nel fascismo,con Salvini, ma ci aiuta a dire i rapporti che
possono intercedere tra un leader politico e l'elettorato italiano, sia
Esso Mussolini Berlusconi a Renzi È ora di Maio e Salvini.
Ci sono dei caratteri di continuità nei consensi
nell'abbattimento dei consensi nel riprendere anche gli stessi consensi dopo
che sono magari crollati e dell'istinto politico di risorgere questo per
esempio l'ha mostrato Berlusconi forse in qualche modo lo ha mostrato anche
Salvini e rispetto alla lega.
Ecco l'ultimo capitolo Anzi il penultimo è proprio questo
“precipizio” in cui si trova il fascismo dopo la morte di Matteotti
Eppure anche lì c'è ancora una volta una mossa politica c'è un'intuizione di
Mussolini da animale politico incredibile.
Forse potrei dire e anzi da un lato se ragionassi quasi come
un editor o comunque una persona che vorrebbe creare sempre il prodotto
perfetto di tagliare ancora un po' ci sono alcuni capitoli quelli in cui si
dispiega la violenza fascista durante prima della prima del Fascismo prima
della marcia su Roma e a seguire della marcia su Roma che sono per certi
aspetti ripetuti.
una violenza che ogni capitolo mi faceva star male, l’ho
vista ripentersi. Ridondanza? O forse no, forse era importante ripeterele,
perché andava trasmessa la rutulante anvanzata dei fascisti la loro ottusa
implacabilità..
Lo scrittore lo consegna a noi lettori quell’incredibile
violenza contagiosa…il fastidio l'inquietudine di questa violenza che si
Sprigiona forse anche al di là dello stesso Mussolini non per salvarlo …e poi
ci sono tante storie introno a Musolini, ma gli storici quando ricostruiscono
le vicende si attengono ad uno schema materlista incompleto..
Cosa è il fascismo allora è ancora più evidente
proprio in questi capitoli “fastidiosi” del libro perché un uomo politico sarà
in grado di alimentare e a farsi alimentare da quella feccia umana dei
Farinacci degli Arduini dei di bastonatori fascisti di quella plebaglia che
scatena con la marcia di Roma che poi quasi non sa come governare questo è
anche molto bello questa parte è una delle tante parti belle di questo libro è
quella in cui la letteratura non può che essere la letteratura quella che
racconta questo scatenarsi umano della folla e al tempo stesso la gestione
quasi di in difficoltà che ne fa Mussolini, è molto manzoniano.
qualcuno storcerà il naso ma gli va riconosciuto che è un
po' manzoniano è un po' celiniano, anche nell' assumere su su di sé il
viaggio al termine della notte che entrare nella mentalità fascista, che è
qualcosa di diverso dal fascismo , quella Sì potremmo continuare ad
osservarla anche grazie al libro di scurati ancora oggi intorno a noi in tante
teste e in tante facce di italiani come noi.
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